Nel 1926 il pilota brasiliano Joao Ribeiro de Barros decide di compiere una trasvolata dall'Italia al Brasile. De Barros, dopo aver venduto la sua eredità, si reca a Sesto Calende per acquistare un S.55.
Foto: il prototipo del Savoia Marchetti S.55 (N.C. 18) volò per la prima volta il 29 agosto 1924 pilotato da Alessandro Passaleva.
inizialmente la SIAI non soddisfa la richiesta del pilota brasiliano al quale viene infine proposto l'acquisto di un idrovolante accantonato da tempo sull'idroscalo di Sant'Anna e già protagonista di uno sfortunato tentativo di trasvolata atlantica l'anno precedente.
Nell'agosto del 1926 avviene il battesimo ufficiale dell'idrovolante, che ora reca l'immatricolazione I-BAUQ ed il numero di costruzione 10509. L'S.55 riporta rispettivamente sugli scafi destro e sinistro le frasi beneauguranti “vou ali” e “ja volto”, una sorta di “vado e torno”, mentre il nome “Jahù”, dipinto a grandi lettere bianche davanti agli oblò della cabina di pilotaggio, è un omaggio alla città natale di de Barros.
Foto: l’S.55 Jahù alla fonda. Alcune fonti ritengono che questa foto sia stata scattata a Sesto Calende prima dell’applicazione sugli scafi delle scritte “Vou ali“ e “Ja volto”, ma la finitura opaca della vernice porterebbe a ritenere che l’immagine riguardi invece l’arrivo in Brasile.
Il 13 ottobre l'impresa ha inizio con il trasferimento via terra dell'idrovolante da Sesto Calende a Genova dove, il giorno 17, l'aereo decolla per la prima tappa del raid che vedrà lo Jahù, dopo mille traversie, ammarare finalmente a Rio de Janeiro solo il 5 luglio dell'anno successivo mentre, il 1° agosto, con l'arrivo al lago Santo Amaro di San Paolo si conclude finalmente l'odissea dell'equipaggio che riceve il meritato trionfo per la riuscita dell'impresa.
Foto: lo Jahù al termine della trasvolata atlantica ammara a Natal, in Brasile. (illustrazione di Elena Stanilevich via Dora Wings)
Pezzo unico al mondo, in quanto nessun altro delle decine di S.55 usciti dalla fabbrica di Sesto Calende è stato preservato dalla demolizione, lo Jahù ha dimostrato come non siano sufficienti fortunali, avarie e problemi burocratici per ostacolare il destino di un aeroplano destinato all'immortalità.
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