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Non vendiamo abbigliamento: condividiamo emozioni. Nel blog Flying Legends trovate storie e leggende dell'Aviazione, curiosità, avvenimenti oltre a novità e aggiornamenti sulla nostra produzione. Benvenuti a bordo!

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Flying Legends

L'Asso del Sol Levante

“Non ho dimenticato come si fa a volare. Se il Giappone dovesse avere ancora bisogno di me, se le forze nemiche dovessero stringere da vicino la nostra Patria, volerò di nuovo. Ma prego fervidamente che non sia questa la ragione per la quale io debba ritornare a correre nei cieli”. Queste frasi furono pronunciate nel 1956 da Saburo Sakai, il più grande asso della Marina imperiale giapponese, sopravvissuto ad oltre duecento battaglie aeree e oltre sessanta vittorie confermate contro l'agguerrita caccia statunitense grazie alla sua eccezionale abilità di pilota.


Le polo Flying legends SABURO SAKAI celebrano le gesta di questo protagonista delle battaglie aeree del XX Secolo, in due differenti versioni dedicate a due degli aeroplani pilotati dall'Asso giapponese, il 3-137 e il V-103.



Fotografia autografa di Sburo Sakai a bordo di un caccia Mitsubishi "Zero"
Fotografia autografa dell'asso del Sol Levante Saburo Sakai a bordo di un caccia Mitsubishi "Zero"

La prima vittoria dell'Asso del Sol Levante è riportata il 10 dicembre 1941, quando Sakai riesce ad abbattere un bombardiere pesante Boeing B-17 Flying Fortress, primo abbattimento da parte di forze giapponesi di questo tipo di aeroplano. Nel gennaio 1942 viene trasferito a Tarakan nel Borneo dove partecipa alle operazioni volte alla conquista delle Indie orientali olandesi durante la fase di espansione giapponese. Il sottufficiale Sakai diviene in breve un Asso rispettato sia dagli equipaggi di terra che compiono ogni sforzo per mantenere il suo aereo in costante efficienza, sia suoi gregari: Sakai non perde mai un gregario durante la guerra.

Saburo Sakai a bordo del suo "Zero" prima del decollo da una portaerei nel 1943
Saburo Sakai a bordo del suo "Zero" prima del decollo da una portaerei nel 1943

L'8 agosto 1942 durante un combattimento sopra i cieli di Guadalcanal viene gravemente ferito all'occhio destro dal mitragliere di coda di un Grumman Avenger statunitense e dopo un lungo volo verso le proprie linee, che assume i contorni della leggenda per le gravi condizioni del pilota, riesce ad atterrare a Rabaul. Immediatamente ricoverato ed inviato in Giappone, perde l'occhio a seguito delle ferite riportate. Dopo un lungo ricovero, durato cinque mesi, Sakai viene destinato all'addestramento dei nuovi piloti da combattimento presso la base di Sasebo fino all'aprile 1944, quando viene assegnato nuovamente ad un reparto da caccia e impegnato nella difesa di Iwo Jima, dove nonostante le sue menomazioni riesce ad abbattere altri quattro aerei alleati. Ormai divenuto eroe nazionale Sakai viene promosso ufficiale per meriti di guerra, un onore concesso molto di rado dalle forze armate giapponesi.

Aerosilurante Grumman TBF-1 Avenger della US Navy in attesa del decollo dal ponte di volo della portaerei classe Essex USS Yorktown (CV-10) nel 1943.

L'ultima missione dell'aviazione navale giapponese ha luogo il 18 agosto 1945, quando Sakai incontra due quadrimotori Consolidated B-32 Dominator in missione di ricognizione ad alta quota. Sakai li scambia per bombardieri B-29 e, forse pensando che siano in missione d'attacco, spara su di loro. I due B-32 riescono a ritornare alla base, ma uno dei membri dell'equipaggio muore e due rimangono feriti. Il Sgt. Anthony Marchione, morto in quel combattimento, sarà l'ultimo americano ucciso nel corso della Seconda guerra mondiale.

Consolidated B-32 Dominator in volo
Consolidated B-32 Dominator in volo

Alla fine della guerra, Sakai si trova in gravi ristrettezze economiche e con grande difficoltà nel trovare un impiego a causa dei suoi trascorsi come fervente sostenitore della causa per la quale aveva combattuto. Dopo il 1952, grazie anche a molti ex-colleghi dell'aviazione di marina, apre una piccola tipografia ed inizia ad essere invitato all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, per incontrare i suoi antichi nemici che nonostante tutto nutrono sincera ammirazione per lui. In collaborazione con Martin Caidin (creatore del personaggio "Cyborg", protagonista della serie TV “L'uomo da sei milioni di dollari”, nonché storico dilettante dell'aviazione) scrive un libro dal titolo “Samurai!”, in cui narra le sue esperienze belliche e che diventa in breve tempo un best seller.

Saburo Sakai fotografato negli anni '90 davanti ad un caccia Mitsubishi "Zero"
Saburo Sakai fotografato negli anni '90 davanti ad un caccia Mitsubishi "Zero"

Sakai muore di infarto, all'età di 84 anni, il 22 settembre 2000 dopo aver partecipato a un banchetto a lui dedicato dalla Marina americana presso la base navale di Atsugi in Giappone.



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