
All'inizio dell’Aviazione, gli aerei progettati e costruiti dai primi pionieri come i fratelli Wright, Curtiss o Blériot erano un insieme di assi di legno, tiranti di corda pannelli di tela che poco o nulla avevano in comune con l’aspetto elegante dei volatili cui si ispiravano per inseguirne il volo.

Con il passare del tempo e il miglioramento dei progetti degli aeromobili, le loro forme iniziarono a conformarsi alle leggi aerodinamiche per contrastare la resistenza creata da tiranti, rinforzi, montanti, radiatori piatti e piloti. I rivestimenti di tessuto, applicati non più solamente alle ali ma anche alla struttura principale, portarono gradualmente i velivoli ad assomigliare meno a impalcature e più a uccelli o persino pesci, due forme animali che vivevano e si muovevano in un mondo fluido. Il passo successivo fu che i piloti stessi iniziarono a identificare i propri aerei con gli esponenti del mondo animale, dando inizio alla tradizione di decorare i velivoli ispirandosi appunto a uccelli o pesci. La Prima guerra mondiale fu una specie di “banco prova” e, tra le tante decorazioni, diversi aeroplani iniziarono a mostrare sul muso bocche ringhianti e aggressive.

Con il passare del tempo, nel variegato universo delle “nose art”, gli aerei con le zanne si sono moltiplicati e la bocca di squalo è diventata uno dei motivi sempre più ricorrenti. Ci sono letteralmente migliaia e migliaia di casi del suo utilizzo in ogni parte del mondo: singoli aerei, interi reparti militari, alianti e aerei a motore e quasi ogni tipo comune di aereo ha avuto, in un momento o nell'altro, una bocca di squalo ringhiante applicata sul muso.

All’epoca della Seconda guerra mondiale una delle più famose applicazioni delle “shark mouth” ha riguardato il reparto di volontari americani Flying Tigers, combattenti in Cina contro il Giappone prima del coinvolgimento “ufficiale” americano nella guerra, anche se non sono mancate variazioni sul tema su aeroplani di diversi Paesi.


Con la fine della Seconda guerra mondiale e l'inizio della Guerra Fredda, la frenetica rincorsa al "sempre più alto, sempre più veloce" ha visto un'eccezionale sviluppo dell'Aviazione e, naturalmente, anche degli aerei con le "shark mouth" che sono comparsi nelle Forze Aeree di tutto il mondo.


In epoca moderna uno degli aeroplani che ha maggiormente utilizzato le “shark mouth” è stato l’A-10 Thunderbolt, con una serie di varianti decisamente pittoresche, in alcuni casi sostituendo i denti di squalo con le zanne da facocero che richiamano il soprannome con cui l’aeroplano è diventato famoso tra gli equipaggi, “Wharthog”.

Anche la US Navy ha avuto i suoi squali: in particolare i velivoli appartenuti al VF-111 Sundowners, Phantom e Tomcat, si sono fregiati di un elegante “shark mouth” in tinta con i colori del reparto, bianco e rosso.

In Italia l’Aeronautica Militare non è rimasta immune al fascino della “shark mouth”, che ha decorato nel tempo prima i G.91Y del 32° Stormo e poi i Tornado ECR del 155° Gruppo appartenuti al 50° Stormo e successivamente confluiti nel 6° mantenendo comunque la bocca di squalo sugli aeroplani.




La “shark mouth” ha imperversato nei i cieli per più di cento anni, un risultato eccezionale per un semplice motivo grafico. Non c'è dubbio che, tra secoli, le astronavi continueranno a utilizzare questo disegno per il suo significato universale e per il suo fascino senza tempo.

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