All'aeroporto internazionale di Le Bourget stava affluendo, quel 21 agosto del 1937, una gran folla proveniente da Parigi e dai centri più vicini. Seppur non fosse il pienone storico che dieci anni prima aveva accolto il leggendario Lindberg, tuttavia esso andava assumendo l'aspetto delle grandi occasioni.
Erano da poco passate le 16 quando la rossa sagoma di un trimotore si avvicinò veloce attirando l'attenzione di tutti i presenti. L'aereo sfrecciò rombando sulla verticale dell'aeroporto e toccò infine terra alle 16:05 esatte. Sulla fusoliera, in evidenza la sigla: I-11 e l'inconfondibile stemma della Squadriglia dei Sorci Verdi.
Foto: l'S.79 Corsa I-11 pilotato dall'equipaggio Cupini-Paradisi appena atterrato a Le Bourget
La stessa scena si ripeteva esattamente dopo un quarto d'ora. Altro inconfondibile rombo di tre motori ALFA Romeo ed un altro velivolo, eguale al precedente, atterrò alle 16:19; sul fianco scarlatto appariva diverso soltanto il numero di gara, I-13, racchiuso in un ampio rettangolo bianco.
L'entusiasmo della folla, che continuava ad accorrere, si riaccese alle 16:38 quando a Le Bourget giunse un terzo aereo perfettamente identico ai due precedenti salvo la sigla: I-5. Si concludeva così la gara di velocità Istrès-Damascus-Paris nella quale si erano cimentati i velivoli ed i piloti più in vista di diverse Aviazioni.
La squadra italiana aveva fatto vedere davvero i sorci verdi agli avversari...
Foto: gli equipaggi italiani posano davanti all'S.79K I-12, l'unico S.79 con la "gobba" utilizzato per la gara
Agli equipaggi italiani vittoriosi abbiamo dedicato le nostre polo Sorci Verdi e S-79 Corsa.
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