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PASSA LA RAFFICA ROSSA
L'apparecchio è stato portato fuori dalla rimessa poco dopo mezzogiorno, dopo il rancio alle truppe. La giornata era tutt'altro che bella. Il lago, lievemente increspato dal vento non appariva in condizioni ideali, sia per la partenza sia per l'ammaraggio. Ma la prova era ormai decisa. Il motore è stato provato e ha mostrato di funzionare a meraviglia. Cambiato l'olio e le candele, è stato portato alle 14:30 con il suo carrello a rotelle sullo scivolo con cui sarebbe stato immesso nelle acque. Agello era pronto. Indossati una vecchia casacca di cuoio e un paio di pantaloni scuri, calzato in capo il casco, udite le ultime raccomandazioni e gli ultimi incitamenti del suo maestro e dei suoi compagni, è salito al posto di pilotaggio, la stretta carlinga dove ogni movimento è impossibile. Un saluto, un cenno, e l'apparecchio è stato sospinto in acqua. Il motore già avviato cantava il terribile canto della sua voce mostruosa. La prova si iniziava. Erano le 14:56. Con una cresta candida di spume, sollevandosi lentamente con la coda dall'acqua, lanciato in corsa a tutta forza, l'apparecchio si stacca dal lago in 64 secondi e punta a bassa quota quasi radendo l'acqua, verso il Garda settentrionale, per farsi ben presto invisibile. Percorsi una ventina di chilometri e compiuta la virata, Agello si lancia sul primo passaggio, la voce torna a cantare col lacerante ululato che fa accorrere sulle rive la popolazione del lago. Compiuta la virata, l'apparecchio si butta fulmineo sul territorio delle basi. L'apparecchio passa su Manerba e, un attimo dopo, su Moniga. Eccolo che passa sull'idroscalo diretto verso terra, dove, giunto all'altezza di Montichiari, dovrà virare per rivolgere di nuovo verso nord. Il primo passaggio assegnato alla velocità di chilometri 705,882. Il secondo è più rapido. L'esattezza della traiettoria è straordinaria. Il secondo passaggio segna il tempo di chilometri 710,433. Una brevissima attesa, mentre l'apparecchio è lontanissimo oltre Torri sulla sponda veronese. Eccolo che vola di nuovo su Manerba e subito dopo Moniga. Passa la raffica rossa. La velocità questa volta è di chilometri 711,462; la più alta raggiunta da uomo nel mondo. E bisogna attendere ancora il quarto passaggio che segnerà questa volta chilometri 709,444. Il record è crollato. Adesso, fra pochi istanti, l'apparecchio ammarerà e Agello sarà portato in trionfo. L'ammaraggio, a velocità folle, è perfetto e radente. Agello sguscia rapido dalla carlinga, saluta con la mano. Ha vinto. Tutti, quando scende, vogliono abbracciarlo. Lo prendono in spalla per portarlo in trionfo. Il volo-record è durato esattamente 15 minuti.
Orio Vergani, Desenzano del Garda, 23 ottobre 1934
IL DISEGNO
Le polo da record dedicate alla velocità dell'iconico idrocorsa italiano Macchi MC-72. La grafica della polo MACCHI MC-72 ripropone le tappe fondamentali delle conquiste velocistiche dell'idrocorsa Macchi. La sagoma inconfondibile dell'aeroplano e la "V" rossa del Reparto Alta Velocità, completano il disegno di questa polo esclusiva, impreziosita inoltre dalla riproduzione in oro della firma di Francesco Agello. La grafica della polo MC-72 181 è caratterizzata dalla riproduzione fedele della matricola originale apposta sulla fusoliera dell'aeroplano che conquistò il record mondiale di velocità il 23 ottobre 1934, data riportata sul davanti della polo insieme ad un grande disegno dell'idrovolante. La firma in oro di Francesco Agello completa questa polo esclusiva.
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LE FELPE
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IL LIBRO
Nel periodo tra le due guerre mondiali i progressi dell'aviazione hanno avuto come metro la massima velocità degli aeroplani, soprattutto tra il 1913 e il 1931, anni in cui venne disputata quella che è certamente la più famosa competizione aeronautica di velocità riservata esclusivamente agli idrovolanti, la Coppa Schneider. Il Governo italiano profuse grandi sforzi per portare a casa l'ambito Trofeo, fino al punto di costituire un Reparto appositamente dedicato alla preparazione di macchine e piloti, la Scuola di Alta Velocità di Desenzano del Garda. Questo libro ripercorre anno dopo anno l’avventura della Coppa Schneider e traccia la storia del Reparto Alta Velocità attraverso oltre 400 immagini in buona parte inedite e accuratamente restaurate. La cura nella ricerca storica unita alla qualità di stampa fanno di questo volume un punto di riferimento tanto per gli studiosi dell’argomento quanto per gli appassionati e per tutti coloro che vogliono riscoprire un mondo quasi dimenticato fatto di ali e velocità.